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Carcere, all'Ucciardone nasce il pastificio: laboratorio
            sociale e culturale



            Firmata la convenzione con il pastificio Giglio che prevede dentro il
            carcere una sezione dedicata. Per quattro dei 10 detenuti coinvolti ci
            sarà un assunzione contrattuale


            08 dicembre 2017


            PALERMO - Partire dalla produzione della pasta per intraprendere un cammino
            diverso che faccia ritrovare la dignità della persona soprattutto attraverso il lavoro.
            E' l'obiettivo del progetto che prevede la nascita all'interno del carcere
            Ucciardone di un piccolo pastificio in forza della convenzione, siglata lo scorso
            ottobre, dalla direttrice della Casa di

            reclusione di Palermo, Rita Barbera e dall’amministratore della società Giglio Lab
            srl, Giuseppe Giglio. La finalità alta di questa iniziativa, che verrà svolta dentro il
            carcere, che attualmente ospita 450 detenuti tutti con pene definitive, oltre ad
            essere data dall’inserimento lavorativo dei detenuti coinvolti, è anche quella di
            creare una sorta di piccola impresa autonoma dentro la casa di reclusione.


            In particolare, sarà presto operativo un pastificio di piccole dimensioni dedicato
            alla produzione di pasta secca a lenta essiccazione. La capacità produttiva del
            pastificio sarà in via previsionale di circa 100 kg/ora di pasta secca in diversi
            formati e in diverse categorie commerciali, dalla produzione con semola integrale
            alla pasta di semola di grano duro siciliano a quella prodotta con la semola
            ottenuta dalla molitura a pietra di varietà autoctone di grano.

            L'impresa, frutto già dell’esperienza trentennale del pastificio Giglio, ha preso il
            nome di “Giglio Lab” con la finalità principale di configurarsi come un laboratorio
            di sperimentazione sociale, culturale ed educativa oltre che tecnica ed
            alimentare. La prima fase del progetto sarà la formazione specifica dei detenuti
            che partirà nel mese di gennaio. L'amministratore della società è Giuseppe Giglio,
            figlio dell'imprenditore Girolamo Giglio, che sta portando avanti il progetto proprio
            con l’intenzione di assumere alcuni di questi detenuti sia per contribuire al loro
            processo di rieducazione che per sostenere anche la nascita di un nuovo
            marchio produttivo dal forte messaggio sociale. Allo scopo, infatti, la casa
            circondariale sta registrando il suo marchio Ucciardone che oltre ad essere
            apposto alla pasta verrà presto utilizzato anche per altri prodotti che verranno
            realizzati nell'ambito di altri progetti.


            “La convenzione stipulata con il pastificio prevede la manodopera di alcuni
            detenuti - spiega la direttrice del carcere Rita Barbera alla guida della casa
            circondariale dal 2011 – nella produzione della pasta. Il titolare del pastificio si
            occupa di comprare le materie prime e di inserire nel mercato esterno i prodotti.
            L'amministrazione penitenziaria invece sta offrendo alcuni locali di una sezione
            dedicata alle attività rieducative ed ha già provveduto all'acquisto delle
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